Il lungo viaggio delle immagini

Se potete, appena passate da Atene, visitate il Museo Bizantino: http://www.byzantinemuseum.gr/

Un gioiello. Nelle sale del secondo piano si viene travolti da immagini che mostrano l’arrivo impetuoso e la felice recezione del Rinascimento e del Manierismo italiano, per il tramite di Venezia. Eravamo grandi, ma questo l’ho già scritto…In mezzo a tanto splendore ho trovato un dipinto che è l’eco della psicostasia dell’Antico Egitto, generalmente costituita così:

Anubi conduce il defunto biancovestito alla pesatura del cuore, effettuata con una bilancia a due piatti retta dalla dea della giustizia, Maat; davanti ad Anubi inginocchiato il Divoratore, mostro polimorfo, un po’ coccodrillo, un po’ leone, un po’ ippopotamo, pronto a sbranare il cuore del defunto se fosse stato così carico di colpe da pesare più della piuma di Maat.

L’immagine settecentesca del Museo ateniese è questa:

Un attardato, splendido mix, dal tono popolaresco, che al centro reca, dopo ben quattromila anni, la scena della pesatura. Stavolta la bilancia pende dal nubi celesti, e il defunto, al centro di un commovente simil-Colosseo, è conteso tra angeli e diavoli. L’arena del Colosseo luogo dell’ultimo giudizio, come per i gladiatori avvolti nella rete, il Paradiso, alla destra di Cristo, come l’hortus conclusus medievale, e la pesatura dell’esistenza, che affonda in un passato lontanissimo…

Queste cose mi commuovono. La mescolanza, non solo di culture presenti, ma tra le varie epoche Come parlarsi da un millennio all’altro, un celebrare la durata.

Povere ragazze, 5

Philip Pikart / CC BY-SA (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0), da Wikipedia, s.v.

Nefertiti, elegante come una gazzella, sposò, alla metà del XIV secolo a.C., il faraone eretico, enoteista, pacifista, Akhenaton (Amenophis IV). Lui era brutto e lei bellissima, come attesta il ritratto di Berlino qui riprodotto. Un’eco dell’impressione che il faraone ebbe di lei è nella titolatura che le attribuì: La Bella è arrivata; Signora della Grazia. Mai nessun sovrano dell’Antico Egitto usò simili parole per la Grande Sposa Reale.

Si amarono molto, ed ebbero sei figlie, forse inseguendo il maschio che potesse succedere al padre, e che questi infine ebbe da una moglie secondaria, una sorella, come sembra provato dalle ultime analisi del DNA . E questo erede sarebbe Tutankhamon.

Il ritratto fu ritrovato ad Amarna, capitale del regno di Akhenaton e i dati di scavo indicano che proveniva dalla bottega dello scultore reale, e che doveva essere su uno scaffale alto, di fronte al posto di lavoro dell’artista, come se ne guardasse l’operato.Ma è strana l’assenza, di certo volontaria, della pupilla sinistra. E non ricordo, né ritrovo on line, dove ho letto un’ipotesi triste e strana che spiegherebbe l’anomalia. Secondo questa teoria, lo scultore si sarebbe innamorato della bella sovrana, che lo avrebbe rifiutato. Egli dunque l’avrebbe raffigurata con un occhio solo per equipararla al demone dall’occhio solo, presente in molti scongiuri e maledizioni dell’Antico Egitto -un demone terribile, che faceva morire i bambini e seccare i raccolti. Un modo di rappresentare sia la potenza del sentimento che Nefertiti aveva suscitato, sia la natura maligna di esso. Insomma, oggi come allora, talvolta non è tollerato il no di una donna.

E la povera Nefertiti morì giovane, prima dei quarant’anni e alla sua mummia, se tale è il corpo della Younger Lady dalla tomba KV 35 (https://it.wikipedia.org/wiki/The_Younger_Lady), fu strappato il cuore, affinché non trovasse pace nell’Aldilà. Nemmeno alla Grande Sposa Reale si è perdonato di aver avuto idee nuove, come oggi.

Storie di povere ragazze, 1 Ankhesenpaaton

450px-Tutankhamun_at_Luxor_temple_2

Tutankhamon e Ankhesenpaamon © Ad Meskens / Wikimedia Commons

Le ultime indagini genetiche, di cui sono noti solo i risultati finali, dimostrano che Tutankhamon era figlio del predecessore Akhenaton, il quale lo aveva generato da una sorella. Dalla bella e amatissima  Nefertiti aveva infatti avuto solo sei figlie; la terza delle quali era Ankhesenpaaton.  Questa a nove anni sposò il fratellastro Tutankhaton, di pochissimo più grande di lei. I due ragazzini furono affiancati da un Consiglio di reggenza, guidato dal sacerdote Ay. In breve tempo i due sovrani chiusero il culto monoteista di Aton, imposto all’Egitto da Akhenaton,  fecero riaprire i templi e mutarono l’ultima parte del loro nome da -Aton ad -Amon.

Secondo Howard Carter, scopritore della tomba di Tutankhamon, il faraone fu ucciso a diciotto anni. Rinvenne infatti nella mummia una lesione sulla nuca e due frammenti endocranici che difficilmente si spiegano con la pratica della mummificazione. Gli studi più moderni attribuiscono invece  la morte precoce  di Tutankhamon a infezioni o traumi. Nella tomba ci sono anche i feti mummificati di due bambine, uno di cinque, l’altro di circa sette mesi di gestazione. Figlie di un doppio incesto, non sono arrivate neppure a nascere.

Devo dire che l’ipotesi di una morte naturale per Tutankhamon, non mi convince, e come me altri. Esiste infatti una lettera di Ankhesenpaton  al re degli Hittiti, nella quale la regina chiede un figlio del re, un principe, come sposo. Mi vogliono far sposare uno dei miei sudditi e ho paura… Il principe hittita, dal curioso nome di Zannanza, appena giunto in Egitto, scomparve. Ankhesenpaton risulta poi sposata al sacerdote Ay.

Una brutta storia davvero, con tanti punti oscuri. E chi mi fa più pena di tutti è proprio Ankhesenpaton, povera ragazzina fatta sposare prima al fratello, col quale magari fino al giorno prima litigava per i giocattoli; poi a un sacerdote di tanto più anziano di lei, che forse, se di omicidio si era trattato per il sovrano, era il mandante; neppure ha potuto abbracciare una delle sue bambine. Povera ragazzina, fatta sposare  qua e là, come un pupazzetto.

 

Il futuro della moda

In questo ottobre caldissimo, di nubifragi con 33 gradi a mezzogiorno, di monsoni e aria condizonata; di alunni che sudano stravolti nei loro jeans elasticizzati in aule rigorosamente al sole; di mosche, coccinelle, fiori che sbocciano rigogliosi senza posa  ( ma no, il clima non sta cambiando), ci si rende conto che il futuro della moda è in quello che già si indossava migliaia di anni fa, vale a dire questo:

Tutankhamun_tomb_photographs_4_292

Gonne di lino per gli uomini, tenute scostate dal corpo, presumibilmente, da bastoncini di bambù! Basta pantaloni, chiediamo agli stilisti come minimo un caftano, una gonna pantaloni freschissima! E gli antichi Egiziani, che sapevano campare, avevano anche gli astucci portabarba di vimini, per non far sudare il collo, utili anche per indurre a sospettare un’età più matura e rassicurante:

425px-Tutanchamun_Maske

Qualcosina da imparare dal passato la abbiamo….

 

Immagini tratte da Wikipedia, s.v. Tomba di Tutankhamon